A piedi sul ghiacciaio


Le classi terze in uscita didattico/geologica sul Monte Rosa
“Che bello!”, “Che spettacolo!”, “Guarda!”. Queste le parole più ricorrenti tra noi durante la gita a Macugnaga sul ghiacciaio del Monte Rosa. Non si capiva se fossero parole dettate dalla meraviglia della natura o dalla gioia del ritrovarsi finalmente insieme ai compagni e ai professori per un’uscita scolatica… la prima dopo due anni di digiuno forzato.
Per molti è stata la prima volta in seggiovia o di una camminata su un sentiero di montagna, ma per tutti una giornata che resterà nella memoria per lo stupore provato davanti alla maestosità del ghiacciaio al suo silenzio scricchiolante e alla bellezza della compagnia.
La scoperta del fontanile




Le classi prime, accompagnate dai alcuni professori si sono recate al fontanile di Cascinazza.
Qualcuno forse aveva avvisato il sole di questa iniziativa, perché, nonostante fosse ancora primo mattino, ha salutato tutti i ragazzi invadendo il cielo come una palla infuocata dalle mille sfumature.
Rincuorati dalla bellezza dell’alba e superate le paure infondate di morsi di vipera e del freddo che attanagliava i meno attrezzati, le classi si sono addentrate tra i campi. A catturare subito lo sguardo dei ragazzi sono stati gli aironi, che una volta in volo formavano bianchi ventagli nel cielo.
Non è servito camminare molto per raggiungere la meta tanto attesa: a pochi passi scorreva silenziosa l’acqua del fontanile.
Dopo un’attenta osservazione, ciascun ragazzo ha riprodotto, matite colorate e foglio bianco alla mano, il fontanile in tutte le sue parti.
Ma le prove artistiche non sono finite qui: la prof. di scienze che dal suo zaino tirava fuori materiale di ogni tipo come il miglior cappellaio matto, ha distribuito alla classe delle cartine mute del luogo da colorare: ad ogni ambiente il suo colore, guai a sgarrare!
Da pittori a entomologi alla NovaTerra lo si diventa in un attimo. Ed è così che le matite vengono sostituite da retini, lenti d’ingrandimento e vaschette trasparenti. Vermi, api, farfalle, coccinelle e larve. Questi sono solo alcune delle forme di vita che i ragazzi hanno raccolto.
Ma non temete per la sorte dei nostri piccoli amici: la prof. di scienze, dopo aver spiegato nel dettaglio le caratteristiche della fauna in miniatura, ha liberato tutti quanti!
E così, con il sole ormai alto nel cielo, le classi sono riemerse dal silenzio di campi sterminati per ritornare al frastuono della città, con una nuova esperienza da portare nello scrigno dei ricordi.
Monet lo scultore della luce


Gli insegnanti hanno accompagnato gli studenti di terza a vedere la mostra di Monet a Palazzo Reale.
In un percorso dai ritratti, ai paesaggi fino alle ninfee abbiamo fatto una esperienza di bellezza nel colore, nei riflessi di luce e nelle pennellate veloci e intense dell’artista.
“Ciò che mi ha colpito è l’aver osservato come l’acqua dipinta da Monet diventa, nei suoi quadri, specchio del cielo, ne cattura i colori e li riflette, tecnicamente però è dipinta in maniera diversa: essendo materia liquida le pennellate ne descrivono il movimento e il moto ondulato, mentre il cielo viene rappresentato in maniera più sfumata con pennellate circolari e più delicate”.
” Sono rimasta affascinata dai quadri in mostra, osservandoli si percepisce come attraverso le tonalità Monet riesce a scolpire la luce, mi è sembrato di respirare il profumo dei colori.”
“Vedere questa mostra ci ha risvegliato il desiderio di vederne altre, ci ha acceso curiosità e voglia di scoprire sempre di più l’arte”.